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Il museo

Nel cuore della cittadina friulana, il Museo espone una collezione di grande pregio che riflette la complessità storica e culturale di un centro vivace, protagonista in diversi momenti salienti della storia di questa regione.

Cividale del Friuli è uno dei borghi più belli del Friuli Venezia Giulia e raccoglie importanti tesori di storia, arte e cultura, immersi in un contesto ambientale di grande impatto naturalistico. L’abitato sorge ai piedi dei colli del Friuli orientale, sulle sponde del Natisone e sulla strada che collega la pianura friulana alla valle dell’Isonzo.

Cividale del Friuli

Cividale del Friuli

Qui sorse l’insediamento romano di Forum Iulii, elevato da Giulio Cesare a mercato, poi divenuto municipium e, nel V secolo d.C., città principale della Venetia et Histria.
In epoca longobarda la città fu capitale del Ducato del Friuli e, infine, una delle sedi principali del Patriarcato di Aquileia, per alcuni secoli il più grande principato ecclesiastico d’Europa.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Cividale del Friuli

L’edificio

Il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli ha sede nel Palazzo dei Provveditori Veneti, affermazione visibile e concreta del potere della Serenissima. Fu costruito tra 1565 e 1586 su progetto di Andrea Palladio, come riporta il Vasari raccontando che l’architetto avrebbe realizzato il modello, presenziando anche alla posa della prima pietra. L’impronta palladiana, derivata da studi sulle antichità romane, è percepibile nel basamento bugnato degli archi del portico, mentre il resto del palazzo non rispettò il disegno originario.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, Palazzo dei Provveditori Veneti

L’edificio sorge sui resti dell’antica residenza patriarcale, un articolato complesso medievale parzialmente conservato nell’area archeologica sotto il museo, che fa parte del sito seriale UNESCO Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 d.C.).

La collezione

Il Museo fu fondato nel 1817 da Michele della Torre per raccogliere i reperti portati alla luce negli scavi da lui condotti a Cividale e nel territorio, finanziati da Francesco I d’Austria. Costituisce un significativo punto di raccordo tra archeologia e fonti storiche, un inestimabile patrimonio raccolto per perfezionare la visione di un Museo organico che conservasse la memoria del Patriarcato di Aquileia, divenuto dall’Alto Medioevo il cuore dell’Europa. Vi si conservano una ricca sezione di antichità, opere di oreficeria sacra e profana medievali, un prezioso Fondo Codici con manoscritti dal VI al XVII secolo e una Biblioteca con volumi compresi fra il XV ed il XIX secolo.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, Codici miniati

Al piano terra vi è la sezione lapidaria, con reperti databili dall’età romana al periodo rinascimentale: qui il visitatore può seguire la storia della città dal municipium di Forum Iulii, alla Civitas Austriae degli splendori patriarcali fino alla dominazione veneziana.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Al piano nobile trova ampio respiro la civiltà dei Longobardi, con splendide testimonianze materiali rinvenute nelle ricche necropoli cividalesi e in altre località del Ducato del Friuli, che fanno del Museo un punto di riferimento tra quelli dedicati all’Alto Medioevo.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

La tomba del bambino guerriero e cavaliere

Nella necropoli di San Mauro, rinvenuta poco distante dalle mura della città, è stata portata in luce la tomba di un bambino di nove anni sepolto agli inizi del VII secolo d.C. con un eccezionale corredo. Frecce, scudo e speroni ne identificano già la connotazione di guerriero e cavaliere: un’immagine enfatizzata anche dall’abbigliamento, con una spettacolare cintura in ferro decorata ad agemina e una fibula in argento dorato a fermare il mantello.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

È proprio questa fibula che racchiude un’affascinante confluenza di storie, tradizioni culturali e ancestrali credenze. Accessorio tipico del costume militare romano già dal III secolo d.C., essa riporta sulle estremità arrotondate una maschera umana barbuta affiancata da due teste di rapace. Un oggetto di pregio, senza confronti tra le cosiddette “fibule a braccia uguali”, che costituisce un eccezionale esempio di rappresentazione del volto umano tra due animali, soggetto molto amato e diffuso nell’arte germanica.

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli

L’origine del motivo iconografico, che rimanda a una divinità con gli animali accompagnatori, deriverebbe dall’arte tardoromana delle cinture militari, su cui era frequente la rappresentazione di una maschera identificabile con il dio Oceano tra due delfini, in questo caso declinata sulla base delle credenze pagane.

Nel caso di San Mauro, invece, se la raffigurazione di un volto maschile con barba rientra in quella che è stata definita come l’immagine caratteristica del longobardo (anche se nel nostro caso manca la scriminatura centrale dei capelli), è grazie alla presenza dei rapaci che possiamo riconoscervi il dio Odino con i suoi animali accompagnatori. Secondo la mitologia nordica, infatti, Odino in forma di aquila rubò il sacro idromele, una bevanda che rendeva poeta chi l’avesse consumata, e da allora le aquile furono associate al suo nome.

Anche la croce in lamina aurea, in origine posizionata sul velo funebre che ricopriva il volto del defunto, ha una decorazione animalistica, presente pure nell’ornato delle lamine in argento che avvolgevano una ciotola in legno deposta ai piedi del bambino, a sottolineare ancora una volta l’aderenza ad un immaginario di origine nordica.

Se la sepoltura del bambino, denominata dagli archeologi tomba 41, trova la sua eccezionalità nel riconoscimento di uno status sociale ad un individuo non ancora entrato nell’età adulta, il corredo di questa deposizione rispecchia commistioni e intrecci culturali di grande suggestione, in cui gli elementi della religione pagana che convivono naturalmente con la deposizione della croce, segno di adesione al cristianesimo, costituiscono la testimonianza di una complessa fase storica di confronto tra popoli e culture diverse.