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Il museo

Nel territorio di Reggio Calabria, ricco di testimonianze archeologiche dalla preistoria all’età bizantina, affacciata sul mar Ionio, sorge l’antica città di Locri Epizefiri, fondata nel VII secolo a.C. dai greci della Locride.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri

Locri Epizefiri è una delle colonie più importanti della Magna Grecia. Attivo centro commerciale nel Mediterraneo, la città è ricordata dagli autori antichi per la bellezza del paesaggio e per la sua fiorente cultura, attestata anche dalle testimonianze archeologiche. Alcuni strumenti musicali, ad esempio, evidenziano l’amore per la musica dei locresi, narrato anche dal poeta Pindaro.

Il sito archeologico ricostruisce la storia della colonia nei secoli VI-III a.C. fino alle trasformazioni dell’età romana.

La visita all’area archeologica si snoda tra le strutture a carattere pubblico e privato. Rivestono particolare rilievo:

  • il quartiere abitativo-artigianale di località Centocamere,
  • la cosiddetta Stoà (struttura porticata) in forma di U,
  • il teatro del IV secolo a.C., oggetto di interventi anche in età romana.

Le numerose aree sacre, dedicate a Demetra, a Zeus saettante, quella di Marasà e la Casa dei Leoni con il sacello dedicato ad Afrodite, offrono un’immagine viva dei culti praticati dagli abitanti di Locri. L’area centrale del sito racconta la Locri romana, divenuta municipium nell’89 a.C., quando la città si dota di nuovi edifici pubblici, tra cui il Foro e un complesso termale.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri 6

All’interno del Parco si trovano il Museo archeologico nazionale, che ospita anche il Museo dei Ragazzi (un percorso espositivo parallelo dedicato ai più piccoli) e il Casino Macrì. Inoltre, nel centro cittadino di Locri, è possibile visitare il Museo di Palazzo Nieddu del Rio, che espone le testimonianze di età pre-protostorica. I corredi funerari qui esposti documentano le presenze indigene dal IX secolo a.C. all’età di fondazione della colonia.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri 4

 

Il Museo della polis magnogreca

Il Museo archeologico nazionale documenta le produzioni degli artigiani locresi con manufatti significativi come i pinakes (quadretti votivi), le offerte alle divinità in terracotta, gli specchi bronzei e le tavolette dell’Archivio di Zeus Olimpio.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri 1

Sono esposte anche produzioni ceramiche provenienti da diverse aree del mondo greco e insulare, testimonianza degli intensi scambi commerciali di Locri.
Completano l’esposizione elementi architettonici recuperati dagli edifici della città.

I pinakes

Agli inizi del Novecento, in località Mannella, immediatamente al di fuori della cinta muraria della città, Paolo Orsi identificò il Persephoneion, santuario dedicato alla dea Persefone, già ricordato dallo storico Livio. Da questa area provengono i pinakes, quadretti votivi in terracotta policromi offerti dai fedeli, che raffigurano scene legate al mito della dea.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri 3

pinakes venivano prodotti dagli artigiani locresi nella prima metà del V secolo a.C., con l’utilizzo di matrici (ne sono state distinte 81), e decorati con una vivace policromia. Gli archeologi ne hanno recuperati e classificati migliaia, distinguendoli in dieci gruppi a seconda della scena raffigurata.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri 2

Il Complesso museale Casino Macrì

Tra il XVIII e il XIX secolo, i principi Carafa di Roccella costruiscono sulle murature di un edificio termale, datato tra il I e il II secolo d.C., una masseria a due piani affiancata da due piccole case di tipo colonico, oggi trasformata in centro espositivo polifunzionale.

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La mancanza di alcuni elementi funzionali degli impianti termali, quali pavimenti rialzati per il posizionamento delle suspensurae (pilastrini a base quadrata) o rifiniture, ha suggerito agli archeologi che la costruzione dell’edificio, per motivi ancora sconosciuti, non sia stata mai completata.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri - terme casino macri

Al secondo piano dell’edificio padronale è visitabile il museo dedicato all’età romana e tardoantica, che narra la storia di Locri e della Locride divenute parte dell’impero bizantino nel VI secolo d.C.

La statua ritratto del Togato

La statua ritratto del Togato, datata al II secolo d.C., è stata rinvenuta in un piccolo edificio pubblico nella zona centrale della città romana, andato in disuso tra il V ed il VI secolo d.C.

Museo e Parco archeologico nazionale di Locri - togato

In splendido marmo lunense, la scultura raffigura un autorevole personaggio maschile del municipium locrese in toga, tradizionale abito del cittadino romano in tempo di pace, con ai piedi i calcei patricii, scarpe costituite da cinque strisce di cuoio annodate tra loro.

Alla statua, volutamente spezzata in tre parti, è abbinata una testa-ritratto scolpita in un unico blocco di marmo bianco, opera di un artista legato all’ambiente artistico-culturale di Roma. In epoca romana, le teste che ritraevano il personaggio cui era destinata l’opera, venivano scolpite a parte e successivamente alloggiate nelle statue prodotte “in serie”.