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Quando un museo è digitale?

Il 10 giugno 2015, la Direzione generale Musei e Ales Spa hanno partecipato alla Social Media Week Rome con un workshop sul museo digitale e social al tempo della Riforma dei Beni culturali. Obiettivo della giornata: aprire il confronto sulle sfide da affrontare per migliorare l’impatto sul web dei musei statali.

MuD Museo digitale alla Social Media Week Rome

In apertura, Manuel Roberto Guido – Direttore del Servizio II – ha introdotto il tema della Riforma dei musei che punta alla creazione di un Sistema museale nazionale affidandone la regia alla Direzione generale Musei e spingendo l’acceleratore sul tema della valorizzazione.

Per ripercorrere il lavoro portato avanti dal MiBACT in ambito web, Maria Teresa Natale dell’Osservatorio tecnologico per i beni e le attività culturali (OTEBAC) ha presentato gli incoraggianti risultati ottenuti con Museo&web – un CMS open source interamente dedicato ai musei, e con MOVIO – un’applicazione per realizzare mostre virtuali.

Con lo slancio del cambiamento in atto e ripartendo dagli ottimi risultati ottenuti dall’OTEBAC, il gruppo MuD non si è lasciato sfuggire l’occasione per lanciare al pubblico di esperti e addetti ai lavori presenti una domanda: Quando un museo è digitale?

“Quando cattura anche chi la porta di un museo non l’avrebbe mai varcata.”
“Quando la tecnologia viene applicata e usata per rendere un museo sempre più accessibile.”
“Il museo digitale è partecipazione e informazione.”
Altri contributi su storify.com/MiBACT

Stessa domanda è stata rivolta a Livia Iacolare di Twitter Italia: “Un museo è digitale utilizza questi strumenti per abbattere le porte di ingresso e costruire dei ponti con l’esterno”. Twitter promuove la cultura museale ogni anno attraverso l’iniziativa #MuseumWeek che invita i musei di tutto il mondo a conversare tra loro e con gli utenti su argomenti più o meno tecnici che li riguardano.

Internet e le piattaforme digitale possono contribuire in maniera decisiva alla diffusione della cultura”, così Enrico Bellini di Google ha introdotto una panoramica sul lavoro del Google Cultural Institute e sulle diverse tecnologie di altissima qualità messe a disposizione dei musei partner per poter raggiungere nuovo pubblico: l’Art Project con opere d’arte disponibili in gigapixel; Momenti storici per mostre online; World Wonders che mappa con tecnologia Streetview i luoghi della cultura.

Come gli strumenti digitali possono avvicinare le persone ai musei e creare partecipazione? Lo raccontano Fabrizio Todisco e Marianna Marcucci che con Invasioni Digitali hanno organizzato oltre 1000 eventi in tre anni in tutta Italia per comunicare in modo diverso e partecipato il patrimonio culturale. Tantissime invasioni pacifiche per far capire alle persone che andare al museo può essere divertente e ai musei che comunicare sui social può essere efficace.

Conclusioni affidate ad Alessandro Bollo: “Oggi un museo è digitale quando utilizza gli strumenti ma anche il contesto socio-culturale per avviare dei processi di innovazione e cambiamento coerenti con la sua missione. Audience development e digitale sono il cavallo di troia per produrre dei cambiamenti radicali all’interno delle strutture culturali.”

Il video integrale del workshop

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Progetti

MuD Museo Digitale.

Il progetto di MiBACT e Ales Spa per migliorare le performance digitali dei musei statali italiani.

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