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Al Museo Archeologico Nazionale di Firenze riapre la Sala della Chimera

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze riapre le porte della Sala della Chimera, grazie a uno spazio completamente rinnovato che custodisce l’icona e il simbolo dell’arte etrusca: la Chimera d’Arezzo. La scultura, iscritta al numero 1 nell’inventario del Museo, è appartenuta sin dal suo ritrovamento, avvenuto ad Arezzo il 15 novembre 1553, al futuro Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, diventando subito uno dei pezzi più emblematici e preziosi della collezione medicea.

Da oggi l’opera si giova di una nuova veste immersiva e dal forte impatto visivo, grazie a un accurato intervento affidato allo studio fiorentino di architettura Guicciardini & Magni, che lo ha realizzato insieme all’Ufficio tecnico e alle Curatrici del Museo.

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“La Chimera – commenta il Direttore generale Musei Massimo Osanna – è uno dei simboli più riconoscibili dell’arte etrusca e del patrimonio culturale del nostro Paese. Restituirle uno spazio pensato per accoglierla e raccontarla con nuovi linguaggi significa mettere al centro la qualità dell’esperienza museale, l’accessibilità dei contenuti e l’attenzione verso i pubblici. Questo intervento rappresenta un passo importante nel percorso di rinnovamento del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, che in questi mesi sta avviando una revisione complessiva dei propri spazi espositivi, nell’ambito del più ampio impegno della Direzione generale Musei nel rinnovamento dei linguaggi e delle forme di fruizione dei luoghi della cultura del Sistema Museale Nazionale”.

Concepita come uno spazio teatrale capace di accogliere i visitatori e amplificarne l’emozione, la sala presenta quattro panche disposte in cerchio attorno alla statua di bronzo della mitica Chimera, la bestia dai tre corpi sconfitta dall’eroe Bellerofonte, che invitano a un’osservazione ravvicinata e contemplativa.

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Completa lo spazio espositivo un tendaggio scenografico — simile a un sipario teatrale — su cui è proiettata l’ombra della statua etrusca, che accentua il carattere solenne e meditativo dell’ambiente.

Ad arricchire l’esperienza all’interno della sala, una vetrina sospesa custodisce tre piccoli bronzi etruschi, raffiguranti un grifone, il dio etrusco Tinia (Giove) e un giovane offerente, provenienti dallo stesso contesto in cui la Chimera fu rinvenuta, generando un dialogo silenzioso tra le opere e la loro storia.

Il nuovo percorso è accompagnato da un apparato illustrativo dal design rinnovato, che segna l’avvio della nuova identità grafica del Museo. Tra le novità, la presentazione in anteprima della mascotte dei Servizi Educativi, Musetta, ideata dalla curatrice del Museo Claudia Noferi e realizzata dall’artista e archeologa Silvia Bolognesi.

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Il nuovo allestimento consente ai visitatori di guadagnare l’esperienza di un rapporto personale e suggestivo con l’opera — tutelata nella sua straordinaria delicatezza e fragilità — che oltre a essere simbolo del Museo e della storia del collezionismo di Stato, racchiude in sé anche il ruolo di simbolo dell’unità culturale italiana data la sua conservazione in quello che nel 1870 è stato istituito come Museo della capitale d’Italia — che a quell’epoca era a Firenze — e primo museo archeologico nazionale dell’Italia unita.

All’evento inaugurale sono intervenuti il Direttore generale Musei prof. Massimo Osanna, il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze dott. Daniele Federico Marasil Direttore regionale Musei nazionali Toscana dott. Stefano Casciu, il responsabile dell’Ufficio tecnico arch. Luca Gullì, il progettista dell’intervento arch. Marco Magni, le curatrici del Museo dott.ssa Barbara Arbeid e dott.ssa Claudia Noferi.

Al link la cartella stampa.