È stato inaugurato oggi il nuovo Museo archeologico nazionale di Sessa Aurunca, alla presenza del Direttore generale Musei, Massimo Osanna. Sono intervenuti il dirigente delegato della Direzione regionale Musei nazionali Campania, Luana Toniolo, il Sindaco di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio, i curatori Carlo Rescigno, professore ordinario all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” – Scuola Superiore Meridionale, e Marco Giglio, ricercatore all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. All’interno dei suggestivi spazi del Castello Ducale – che finora ospitavano in un’unica sala una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dal Teatro romano della città – nasce ora il museo, nuovo e prezioso tassello nella rete del Sistema museale nazionale.
“L’inaugurazione del Museo archeologico nazionale di Sessa Aurunca – dichiara il Direttore generale Musei, Massimo Osanna – rappresenta una nuova tappa significativa per il Sistema Museale Nazionale, che quest’anno, in Campania, ha già visto l’apertura del Museo Archeologico di Capri, all’interno della Certosa di San Giacomo. Si tratta di interventi che non solo ampliano l’offerta culturale del territorio, ma rispondono anche alla funzione fondamentale dei musei come presidi culturali, capaci di generare conoscenza e partecipazione nelle comunità. L’allestimento, ospitato nel Castello Ducale di Sessa Aurunca, è stato reso possibile grazie ai fondi per l’accessibilità previsti dal PNRR. Progettato in un’ottica di inclusione e accessibilità totale, garantisce un’esperienza di visita ottimale per tutti i pubblici, avvalendosi anche di soluzioni tecnologiche innovative che offrono una lettura completa ed esaustiva delle straordinarie testimonianze archeologiche del territorio. La realizzazione di questo progetto è il risultato di una stretta collaborazione interistituzionale, che ha coinvolto il Comune di Sessa Aurunca, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e le Università del territorio. Un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici e istituzioni accademiche, finalizzato alla valorizzazione di un patrimonio che non si limita a raccontare la storia di un territorio, ma ne diventa parte integrante, promuovendo crescita culturale e coesione sociale”.
L’apertura del museo costituisce un passo importante per la comunità sessana: si tratta del primo museo archeologico per la città, che si connota per la sua dimensione territoriale, raccontando l’ampio territorio comprendente la Campania oltre il Volturno e il basso Lazio, tra le montagne di Treglia e la costa di Mondragone, fino ad Aquino e al promontorio Circeo. Il museo ricostruisce la storia del territorio popolato dagli Ausoni-Aurunci, dalle origini nell’età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.), fino alla fondazione delle colonie latine di Suessa e Minturnae dopo la conquista romana del 313 a.C.
Nelle prime tre sale il racconto è dedicato alle fasi preromane, con le ricche testimonianze sugli insediamenti ausoni, fortemente connotati dal sacro, seguite da un focus specifico sui santuari e le aree sacre recintate. Tra questi, spesso costruiti al di fuori delle città, immersi nella natura, lungo i fiumi o sulle alture, il più noto è il santuario dedicato alla dea Marica, presso la foce del fiume Garigliano, di cui vengono ora esposti i numerosi votivi.
Le sale successive illustrano l’età romana, con tre distinte narrazioni, di cui la prima è dedicata al territorio extraurbano, caratterizzato dalla presenza di ville rustiche e insediamenti dediti alla produzione di vino – tra cui spicca il rinomato Falerno – con le annesse aree destinate alla sepoltura dei defunti. La seconda, allo spazio urbano di Suessa, con la restituzione delle evidenze archeologiche ancora visibili – nonostante la sovrapposizione della città medioevale e moderna – pertinenti soprattutto ai principali edifici pubblici. Infine, l’ultima è sul teatro di Sessa Aurunca, uno degli edifici pubblici di età romana più imponenti scoperti sinora in Campania. Qui, il posizionamento degli elementi di arredo richiama quello che era stato progettato per gli spazi del teatro, sia pur adattandosi ad un ambiente ben differente, e il fulcro visivo è costituito dalla celebre statua di Matidia minor (che era collocata al centro della frons scenae).
Il percorso museale è integrato da installazioni interattive e postazioni tattili, progettate e sviluppate dallo studio di design Dotdotdot, con contenuti personalizzabili e accessibili in modalità diverse, che rendono l’allestimento inclusivo e accessibile a tutti i pubblici. Le installazioni tattili rendono il patrimonio archeologico fruibile anche ai visitatori non vedenti, offrendo una lettura diretta dei temi delle varie sezioni, come l’abitato, i santuari ausoni, gli spostamenti collettivi, le necropoli e il teatro. Ogni oggetto è accompagnato da un QR code che attiva una spiegazione audio. Le stazioni interattive di approfondimento, invece, guidano il visitatore nell’esplorazione dell’evoluzione del territorio, sia nel periodo preromano che in quello successivo alla conquista romana: ognuna di queste fasi cronologiche viene raccontata attraverso una mappa interattiva, che consente di visualizzare informazioni dinamiche, personalizzabili e accessibili, e di un video in loop (uno dei quali posizionato in uno specchio) che arricchisce la narrazione con contenuti visivi coinvolgenti.
Inoltre, utilizzando tecniche di visualizzazione in 3D, attraverso due video in loop è possibile vedere da vicino due reperti archeologici non presenti nel museo ma fondamentali per la comprensione della storia, dell’arte e dell’architettura del popolo aurunco: il primo è la celebre Kore o Afrodite di Sessa, conservata al British Museum, uno dei più alti esempi di bronzistica votiva di stile tardo arcaico, probabilmente opera di un artigiano etrusco di Capua; il secondo è il teatro di Sessa, la cui ricostruzione 3D è realizzata per far percepire la spazialità della struttura e per aiutare i visitatori a collocare visivamente nel teatro di Sessa i reperti presenti nel museo.
L’apertura del Museo archeologico nazionale di Sessa Aurunca segna non solo un importante risultato nell’ottica dell’accessibilità culturale (è, infatti, uno dei primi progetti completati del PNRR1.2: Accessibilità cognitiva, sensoriale e culturale), ma costituisce anche un felice esempio di collaborazione tra istituzioni ed enti locali. Oltre all’accordo di valorizzazione stipulato lo scorso febbraio tra Direzione regionale Musei nazionali Campania e Comune di Sessa Aurunca e che prevede il comodato gratuito dei locali da destinare a museo del territorio, un ulteriore accordo di valorizzazione, con il Museo archeologico nazionale di Napoli, ha consentito un deposito a lungo termine (4 anni) di un capolavoro quale la Venere di Sinuessa, che viene esposta finalmente e per la prima volta nel suo territorio di provenienza.
In allegato il comunicato stampa.