Il progetto “Le stele daunie nella Lingua dei Segni” al Museo archeologico nazionale e Castello di Manfredonia
Armi, ornamenti, scene di combattimenti, caccia, pesca, navigazione e credenze religiose protagonisti di una inedita narrazione: la civiltà dei Dauni e le stele diventano parte integrante di un racconto emozionante che si sviluppa attraverso linguaggi plurimi, accessibili e inclusivi.
Accade al Museo archeologico nazionale e Castello di Manfredonia, dove la sperimentazione di nuovi linguaggi e la mediazione dei contenuti, a diversi livelli e per diversi tipi di pubblico, ha portato alla realizzazione di sette video con sottotitoli in italiano e contenuti descrittivi, rivolti non soltanto a persone sorde segnanti, ma anche a visitatori ciechi e ipovedenti, fruibili tramite QR Code, posizionati accanto alle stele nel percorso di visita; un’iniziativa aderente ai principi dell’art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, secondo il quale “Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici”.
Inaugurato il 28 febbraio il progetto dal titolo “Le stele daunie nella Lingua dei Segni”, realizzato nell’ambito dei finanziamenti del Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo” FESR 2014-2020, dedicato “alla diffusione della conoscenza e alla fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, attraverso la creazione di servizi e/o sistemi innovativi e l’utilizzo di tecnologie avanzate”; parallelamente alla digitalizzazione del patrimonio, e in linea con i principi dell’accessibilità museale e del Design for All, una selezione delle stele daunie esposte al Museo archeologico nazionale e Castello di Manfredonia, diventa un nuovo itinerario in grado di avvicinare tutti, attraverso diversi tipi di linguaggio e contenuti pensati per facilitare l’accesso al patrimonio culturale.
Ciascun filmato racconta un tema selezionato tra le tante scene raffigurate sulle stele daunie, coinvolgendo il visitatore in una dimensione narrativa innovativa grazie all’alternanza di riprese video e illustrazioni animate in chiave contemporanea.
Tutti i dettagli, inoltre, sono descritti in modo da agevolare la creazione di un’immagine mentale e di favorire la piena fruizione anche a chi non vede: i video saranno completati nell’ambito del successivo progetto del PNRR attraverso percorsi tattili.
Il progetto è stato realizzato da Atomic Production, una realtà produttiva ed editoriale con un approccio alla creatività che punta all’innovazione della narrazione e alla sperimentazione di linguaggi plurimi della contemporaneità; un lavoro corale che ha visto la partecipazione di figure esperte nell’ambito dell’accessibilità museale, oltre che di interpreti sordi e udenti. Il racconto è affidato a due narratori d’eccezione, Angelo Latagliata, di anni 10, c.o.d.a. (Children of Deaf Adults) e Federica Binetti, di anni 12, sorda segnante: entrambi sognano di diventare archeologi e dialogano sulle stele, l’uno prestando la voce, l’altra segnando in LIS (lingua dei segni italiana).
«Il progetto trova fondamento nella volontà di offrire a tutti nuove opportunità di visita – commenta il Direttore Generale Musei, Prof. Massimo Osanna – Un modello di buona pratica culturale che valorizza un patrimonio archeologico ed artistico, quello delle stele daunie, unico al mondo e particolarmente identitario della cultura daunia. Con questo progetto si inaugura, oggi, al Museo di Manfredonia, un nuovo percorso che abbatte le barriere sensoriali culturali e linguistiche, ponendo l’attenzione sul tema dell’accessibilità per tutti, a cui il Ministero della Cultura sta lavorando da diversi anni, affinché il patrimonio culturale possa sempre più essere riconosciuto come un bene comune e un diritto di ciascun cittadino».
In allegato il comunicato stampa.