Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano la mostra “Bernini e i Barberini”
Dal 12 febbraio al 14 giugno 2026 le Gallerie Nazionali di Arte Antica presenteranno nelle sale di Palazzo Barberini la grande mostra Bernini e i Barberini, a cura di Andrea Bacchi e Maurizia Cicconi: un’indagine sul rapporto speciale tra Gian Lorenzo Bernini e Maffeo Barberini, suo primo e più decisivo committente, eletto pontefice nel 1623 con il nome di Urbano VIII.
Alla conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta oggi presso Palazzo Barberini, erano presenti il Direttore generale Musei Massimo Osanna, il Direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Thomas Clement Salomon, i due curatori della mostra, Andrea Bacchi e Maurizia Cicconi, Michele Coppola Direttore Centrale Arte, Cultura e Beni Storici Intesa San Paolo, main sponsor dell’iniziativa.
La mostra offrirà un’occasione inedita per ripensare la nascita del Barocco attraverso la lente privilegiata del dialogo personale e intellettuale tra Bernini e papa Urbano VIII, figure chiave nell’affermazione del linguaggio artistico del loro tempo.
L’esposizione si colloca in coincidenza con il quattrocentesimo anniversario della consacrazione della nuova Basilica di San Pietro (1626), uno dei momenti più alti del Barocco romano e dell’attività berniniana.
Fulcro dell’esposizione è l’indagine del ruolo di Maffeo Barberini come vero scopritore di Gian Lorenzo Bernini, riconoscimento già evidenziato da studiosi come Cesare D’Onofrio, Francis Haskell e Irving Lavin e determinante per la maturazione del linguaggio berniniano e per le grandi imprese monumentali realizzate in San Pietro durante il pontificato di Urbano VIII.
In un dibattito ancora aperto sulle origini del Barocco – tra chi lo colloca intorno al 1600, con Carracci e Caravaggio, e chi lo vede affermarsi pienamente negli anni Trenta del Seicento con Bernini, Pietro da Cortona e Borromini – la mostra mette a fuoco proprio la centralità del rapporto tra l’artista e il cardinale Barberini, poi divenuto papa, come chiave interpretativa di quella svolta epocale.
L’iniziativa si inserisce inoltre in continuità con le recenti esposizioni di Palazzo Barberini dedicate ai Barberini e al loro contesto artistico, L’immagine sovrana (2023) e Caravaggio 2025, che hanno già esplorato il ruolo decisivo di Maffeo nella cultura figurativa della Roma del Seicento.
Grazie al contributo dei principali studiosi italiani e stranieri e a opere in prestito da musei e collezioni private – molte delle quali esposte per la prima volta in Italia, la mostra intende restituire tutta la complessità di questo snodo storico-artistico di primaria importanza.
Per approfondimenti sulle sezioni della mostra e le opere esposte, in allegato il comunicato stampa.
