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Mostra “Sotto un cielo antico. Pompei fra passato e presente”

Si è aperta stasera, 15 ottobre 2024, in occasione dell’inaugurazione del Padiglione Italia alla Fiera del Libro di Francoforte, la mostra “Sotto un cielo antico. Pompei fra passato e presente” che, per celebrare l’Italia Ospite d’Onore alla Buchmesse, si propone di offrire un tributo alla straordinaria eredità culturale di Pompei e al suo impatto duraturo sulla storia dell’arte e del pensiero europeo.

L’apertura dell’esposizione è avvenuta alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, della Ministra di Stato della Cultura tedesca Claudia Roth, del Commissario straordinario Mauro Mazza, del Direttore generale Musei Massimo Osanna – che ne è curatore insieme a Maria Luisa Catoni e Luigi Gallo – e di Stefano Boeri, che, con lo studio Stefano Boeri Interiors, ne ha progettato l’allestimento.

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Dichiara il Direttore generale Musei prof. Massimo Osanna: “Pompei non è soltanto un sito unico al mondo, ma un protagonista indiscusso della cultura europea, un punto di riferimento per la ricerca archeologica, ma anche per meditazione sull’Antico e sulla fragilità dell’esperienza umana di fronte all’indomita potenza della natura. La mostra “Sotto un cielo antico” si propone non solo di celebrare l’arte, l’archeologia e la storia di Pompei, ma anche di stimolare un dialogo tra epoche, invitando i visitatori a riflettere sul legame tra passato e presente e sull’importanza di preservare il patrimonio culturale per le generazioni future”.

La mostra trae ispirazione dal viaggio di Johann Wolfgang von Goethe in Italia, iniziato nel settembre del 1786 e rappresentato dal celebre ritratto realizzato da Wilhelm Tischbein, attualmente conservato nel Museo di San Martino a Napoli, che rappresenta il poeta in piedi di fronte al Golfo di Napoli, in un’immagine evocativa del profondo legame tra il paesaggio italiano e la cultura classica. Qui l’Italia ed il suo cielo antico si fanno protagonisti di un percorso a ritroso del tempo in cui si definisce il rapporto con le radici classiche, parte della costruzione europea.

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È in questo contesto che, fin dalla sua riscoperta nel 1748, Pompei ha rappresentato un luogo di riferimento per l’archeologia moderna, facendo emergere non solo i resti di una città ricca e fiorente, ma anche una nuova sensibilità verso l’arte antica, affermandosi poi come una tappa fondamentale del Grand Tour.

La storia di Pompei è evocata in mostra da una selezione di magnifiche pitture murali conservate al Museo archeologico nazionale di Napoli, in cui il tema della lettura si unisce all’evocazione delle maschere teatrali e ai raffinati decori architettonici di quarto stile provenienti dalla Casa del Poeta Tragico; scoperta nel 1824, fra le più eleganti della città vesuviana, la domus divenne il modello di tante evocazioni neo antiche ed ambientazione del celebre romanzo di Bulwer-Lytton “Gli Ultimi giorni di Pompei”.

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Parallelamente e in strettissima assonanza, sono esposte nove straordinarie incisioni di Francesco Piranesi, tratte dai disegni del padre Giovanni Battista. Conservate a Roma, presso l’Istituto centrale per la grafica, queste opere raccontano la straordinaria emozione che la riscoperta di Pompei ha suscitato nel XIX secolo. Le incisioni, di grande impatto visivo, uniscono l’accurata rappresentazione delle rovine emerse dai lapilli con una narrazione romantica della tragica fine della città, creando un continuo dialogo tra passato e presente.

Ancora oggi, Pompei continua a offrire nuove angolazioni e punti di vista come testimonia la selezione di sei fotografie realizzate da Luigi Spina esposte in chiusura della mostra. Realizzate in un momento di singolare silenzio, dovuto alla chiusura del Parco archeologico di Pompei durante la pandemia, le fotografie ritraggono la città avvolta nella luce naturale, che crea un’atmosfera inedita di magia e rara suggestione. Le fotografie invitano i visitatori a riflettere sulla bellezza e la vulnerabilità di un sito che continua a rivelare la sua grandezza ma anche a far riflettere sulla fragilità dell’uomo e dell’ambiente in cui viviamo.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 16 al 20 ottobre 2024.

Comunicato e cartella stampa