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Il (nuovo) ruolo sociale dei musei

Il 25 maggio, nella giornata conclusiva della tappa di Milano di Artlab 2018, il Direttore generale Musei Antonio Lampis è intervenuto affrontando il tema attuale del (nuovo) ruolo sociale dei musei e dell’attivazione del Sistema nazionale dei musei.

Artlab 2018 Milano

“Ancora oggi è illuminante confrontare l’idea del Sistema museale nazionale con la Decisione 864 della Commissione Europea del 17 maggio 2017, che ha dato avvio all’Anno Europeo del Patrimonio. Tale decisione sottolinea che il Patrimonio culturale artistico, che in gran parte è racchiuso nei nostri musei, è sottovalutato per le esternalità positive che potrebbe generare per lo sviluppo sociale, spirituale e culturale; per l’occupazione, soprattutto giovanile e femminile; per lo sviluppo economico dei territori.

Essere sottovalutato significa che ha bisogno di maggiore attenzione e per avere maggiore attenzione, recita la decisione europea, dovrà essere affidato ad una governance sostenibile. Sostenibile è, dunque, la parola d’ordine di questa decisione e per avere una gestione sostenibile occorre una governance partecipativa, multilivello fra i diversi portatori di interesse e una cooperazione intersettoriale rafforzata.

Questa è anche la descrizione del Sistema nazionale dei musei alla quale stiamo lavorando: un sistema pensato lontano da impostazioni gerarchiche, fondato molto più sul collegamento che sull’appartenenza, per far finalmente lavorare insieme e meglio lo Stato centrale, le Regioni, i Comuni e gli altri Enti Locali, le Università e tutto il sistema di formazione. Credo che la messa a sistema dei quasi 8.000 musei italiani costituisca un forte consolidamento del Patrimonio culturale, anche dal punto di vista di un migliore posizionamento turistico che l’Italia può raggiungere nella competizione internazionale.

(…)

I musei connessi tra loro segnano un punto di svolta nel far crescere il peso del loro impatto sociale, sia sul versante dell’occupazione soprattutto delle generazioni più giovani fortemente colpite dall’economia iperliberista, sia sul versante della partecipazione alla conoscenza del patrimonio delle fasce sociali tradizionalmente escluse dai consumi culturali. ”

L’intervento integrale è disponibile nella sezione Risorse e sul sito web del Giornale delle Fondazioni.