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Partiti i lavori di restauro nel Giardino delle Fontane del Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Partono oggi, 10 ottobre 2024, i lavori di restauro nel Giardino delle Fontane del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: in circa centoventi giorni, dunque, torneranno a zampillare le tre fontane storiche che rappresentano il frutto di una sapiente commistione fra elementi in marmo provenienti da vasche antiche di epoca romana e strutture in muratura di mattoni di tufo intonacati. Gli interventi, finanziati grazie a un’erogazione liberale da parte di Acquacampania S.p.A. (Nepta- Gruppo Italgas), la società che gestisce l’Acquedotto della Campania Occidentale, saranno volti a rifunzionalizzare e valorizzare uno dei tre cuori verdi che, dopo il riallestimento del 2016, arricchiscono il percorso di visita del MANN.

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Grazie al Mecenate che, con l’efficace strumento di Artbonus, ha sposato un progetto importante: si promuove non soltanto la vocazione alla sostenibilità, ma anche la necessaria propensione allo studio museografico rigoroso. Con quest’intervento di restauro, abbiamo avuto la possibilità di ripercorrere le diverse fasi storiche che hanno caratterizzato la vita dei nostri giardini; da una parte, si è lavorato sull’immaginario ottocentesco che vedeva nei cortili uno spazio per esporre reperti a cielo aperto; d’altro canto, si è approfondita la funzione che il Giardino ha avuto nel corso del XX secolo, quando gli interventi architettonici si sono basati sempre più sulla necessità di integrare le aree esterne negli itinerari di visita“, commenta il Direttore generale Musei, il professore Massimo Osanna.

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Dopo la fase preliminare di analisi diagnostica, gli interventi contempleranno sia il restauro delle componenti archeologiche assemblate, provenienti da vasche antiche di epoca romana, sia il restauro delle parti architettoniche delle fontane, risalenti ai primi del ‘900 e costituite da strutture in muratura di mattoni di tufo intonacati inseriti nel terreno. Le parti archeologiche delle fontane saranno interessate, in primo luogo, da trattamenti di pulitura fisico-chimica e meccanica per rimuovere depositi superficiali coerenti, incrostazioni calcaree e patine biologiche, elementi potenzialmente dannosi per la conservazione del supporto lapideo. Il consolidamento della pietra, in caso di decoesione, e il riassemblaggio di frammenti saranno completati dalla stuccatura delle fratture e dall’applicazione di un protettivo che possa impedire l’immediata riformazione dei depositi. L’ approccio metodologico ha tenuto conto della presenza di tecniche costruttive e litotipi diversi. Tutti i materiali che si utilizzeranno, infatti, avranno caratteristiche di inerzia chimica, compatibilità con i materiali originali, nonché di basso impatto ambientale, a conferma della vocazione sempre più green del MANN. Per quanto riguarda la rifunzionalizzazione delle fontane, saranno svolte le seguenti operazioni: pulitura dei monumenti, dei bacini e delle tubazioni; eventuale sostituzione delle tubazioni; collegamento di tubazioni ed ugelli per il passaggio dell’acqua; impermeabilizzazione delle fessure; verniciatura della vasca seminterrata con pittura ad acqua; creazione di un sistema di riciclo dell’acqua; fissaggio delle componenti archeologiche della fontana le une con le altre.

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I lavori di restauro delle fontane storiche del Giardino Orientale del MANN sono stati progettati e saranno seguiti dal Laboratorio di Restauro del MANN (Responsabile Mariateresa Operetto con Manuela Valentini), insieme all’architetto e paesaggista Silvia Neri. Il responsabile unico del progetto è l’architetto Amanda Piezzo.

In allegato il comunicato stampa.