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“Il racconto della bellezza” il progetto di mostre itineranti negli Istituti italiani di cultura nel mondo.

Un Protocollo di intesa tra la Direzione generale Musei del MiC e la Direzione generale per la Diplomazia Pubblica del MAECI per valorizzare e promuovere fuori dai confini nazionali i beni culturali conservati nei depositi dei musei e dei parchi archeologici statali.

Il racconto della bellezza è un programma di mostre e allestimenti ideati con l’obiettivo di raccontare la bellezza del patrimonio artistico italiano meno noto al pubblico, poiché non esposto nelle collezioni permanenti dei musei e dei parchi archeologici statali, ma spesso, in ragione della quantità, custodito nei depositi. Questo ingente patrimonio “nascosto” ha trovato nella rete degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo una prestigiosa vetrina non solo in grado di rendere fruibile a un pubblico internazionale la grande qualità dei beni culturali, ma anche di valorizzare e promuovere i musei che li conservano

Il progetto nasce da un accordo di collaborazione tra la Direzione generale Musei del Ministero della cultura e la Direzione generale per la Diplomazia Pubblica del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ratificato nel gennaio 2023 da un importante Protocollo d’Intesa operativo che, attraverso la cooperazione tra le due Direzioni Generali, prevede un programma di mostre ed esposizioni da tenersi presso la rete degli Istituti Italiani di Cultura. Lo scopo è valorizzare e promuovere fuori dai confini nazionali i beni culturali conservati nei depositi dei musei e dei parchi archeologici statali, anche attraverso iniziative collaterali alle esposizioni, volte a migliorarne la fruizione e la conoscenza.

Nel corso del biennio 2023/2024 sono state  organizzate tre mostre che circoleranno rispettivamente in Sudamerica, Europa centrale e Stati Uniti; in ciascuna tappa l’allestimento durerà per circa tre mesi. In ogni sede espositiva è previsto un ricco programma di eventi collaterali organizzati dai singoli Istituti, in collaborazione con istituzioni culturali e museali locali che, in alcuni casi, ospiteranno piccole sezioni di opere in viaggio con la mostra.

La mostra Forme e colori dall’Italia preromana. Canosa di Puglia (a cura di Massimo Osanna e Luca Mercuri ex direttore della Direzione regionale Musei Puglia), inaugurata a luglio 2023 a Santiago del Cile, è la prima delle mostre di questo ambizioso programma, che proseguirà negli Istituti Italiani di Cultura di Buenos Aires, San Paolo e Città del Messico.

L’esposizione, attualmente ad Amburgo, “Tesori della Basilicata antica. Il patrimonio invisibile” curata da Massimo Osanna e dalla Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Matera Annamaria Mauro, è la prima tappa europea cui seguiranno le sedi di Budapest, Varsavia, Atene, Vienna.

La mostra vede protagonista la rete museale della Basilicata con reperti del “patrimonio invisibile” conservati nei depositi del Museo Nazionale della Siritide, del Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e del Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera. Articolato in tre sezioni, l’allestimento ripercorre la storia della Basilicata antica.

Il viaggio inizia nel X secolo a.C. tra le comunità italiche del territorio di Matera e prosegue nell’età del Ferro raccontando i tratti peculiari della cultura degli Enotri, un popolo stanziato tra il IX e il V secolo a.C. nell’ entroterra tra mare Jonio e Tirreno, attraverso i manufatti di pregio provenienti da ricchi corredi funerari che attestano la ricchezza e il ruolo egemone di personaggi delle élites locali. Dalla fine dell’VIII sec. a.C. una serie di centri greci impiantati sulla costa ionica creano un forte impatto sulle comunità indigene e innescano una serie di fenomeni che porteranno a una nuova e complessa articolazione sociale e culturale.

 

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